Natale 2018 e Capodanno 2019 – 1^ parte

Qualche giorno fa abbiamo condiviso l’idea di Daniela di raccogliere testimonianze dei genitori sulle festività appena passate: famiglie riunite e famiglie separate.
Ecco le prime lettere pervenute in Redazione, aggiungeremo man mano le lettere che ci invierete.

da Adriana
Eccomi qui , mamma di due expat abituata a fare capodanno o con amici o (e non è poi tanto male) o in qualche capitale europea cercando in questo modo di sopperire alla regolare partenza dei miei ragazzi che, dopo il Natale a casa, vanno a fare capodanno in giro per il mondo con amici prima di tornare al loro lavoro in Svizzera e in Ruanda … ma quest’anno mio figlio mi annuncia che resterà a casa, a Palermo, dopo tanti anni e allora anche mia figlia: “perché no, mamma, resto anch’io!” Grande felicità, preparativi, solite stanze da arieggiare e preparare per il loro ritorno lungo.
Dopo qualche giorno, si comincia a parlare della sera del 31, San Silvestro. Che si fa ? Dove ? Con chi ? Piccolo particolare: i miei figli mi annunciano che prima di capodanno saranno raggiunti da amici, figli del mondo come loro, ragazzi pronti a prendere un aereo come noi prendevamo un bus. Sono 8 di tutte le nazionalità, ragazzi perbene, ragazzi sani con una gran voglia di stare insieme. Ci penso su un attimo e…ragazzi, tutti da noi, cibo e vino siciliano, affetto, allegria, foto, risate e … il capodanno più improvviso e improvvisato è servito. Dal Canada, dall’ Austria, dalla Germania, dagli Stati Uniti, dall’India… tutti a Palermo! Grazie ragazzi miei di esserci e di avermi dato questa possibilità di conoscere, apprezzare, scherzare, cercare di parlare con altri giovani come voi . Mamme di expat, fra qualche giorno ripartiranno ma quanto è stato bello!

da Stefania
Quest’anno, il terzo consecutivo che vive a Londra, mia figlia ha deciso di trascorrere il Capodanno nella capitale britannica, dopo aver passato qui in Italia in famiglia il Natale.
È quindi ripartita il 28 dicembre con sorella e amici al seguito per salutare il nuovo anno a Londra.
Abbiamo festeggiato due volte, alla nostra e alla loro mezzanotte, inviandoci a vicenda foto, video, messaggi, la tecnologia in questo ci dà un enorme aiuto, riducendo la distanza e creando una lontananza/vicinanza virtuale, in attesa del prossimo incontro.

da Amalia
Brindisi down under quest’ anno… sette ore di anticipo sull’Italia, famiglia riunita dopo 14 mesi ininterrotti di lontananza perché l’Australia è davvero lontana, come sanno tutte le famiglie che hanno i propri figli a Sidney, a Melbourne, a Perth come la mia, o in Nuova Zelanda.
Un paese straordinario comunque, ed io mi porterò dentro, tornando in Sicilia, non soltanto il calore e la gioia della mia famiglia riunita ma anche il sapore di un brindisi tutto australiano, un barbecue di capodanno, dove ci siamo augurati ogni felicità tra australiani, italiani, indiani, iraniani ed eravamo soltanto una ventina di persone! Perché questo è lo spirito di un paese che ha tanto da insegnarci, un paese che ha anche difetti e presenta difficoltà, che mia figlia e suo marito stanno affrontando, talvolta duramente, ma con un futuro davanti in cui possono almeno sapere che avranno riconosciuto il loro merito.
Ho conosciuto altri genitori italiani in visita, con queste famiglie abbiamo trascorso una bellissima vigilia di Natale italiana in stile australiano, allegra e piena di chiacchiere e orgoglio per i nostri figli. Tutto questo mi porterò dietro in Sicilia, un nuovo sentimento della lontananza, adesso che abbiamo condiviso in famiglia una nuova vita, adesso che tutto ha acquistato un senso diverso. Niente tristezza, niente rimpianti… d’ altra parte in Australia è estate…torneremo anche abbronzati e
con il cuore stracolmo di gioia e nuove meravigliose esperienze.
Auguri a tutti, a chi è partito come me, a chi ha avuto i figli ed il loro meraviglioso disordine a casa, a chi per quest’anno ha scambiato gli auguri su Skype.
Un anno felice per tutti!

da Ornella
Dicembre 2018: tempo delle feste a distanza. Chi arriva, chi parte, chi non arriva ma comunica tramite videochiamata, cercando di mascherare la malinconia, il dispiacere di non essere lì, il piacere di vedersi comunque. Entità virtuali eppure vive!
È successo a noi, e ci siamo accontentati, memori della bellissima estate trascorsa con figlie e nipoti. E tuttavia, vedendoli su quel piccolo schermo in movimento (mai così spesso come in queste feste!), a Natale, a Santo Stefano e il giorno dopo e a Capodanno, una dalla Spagna e l’altra con la sua banda dal Regno Unito, il cuore è stato ad un passo dal cedere, sotto il peso dell’amore.
Belle, bellissime, felici nel loro mondo, eppure nei loro begli occhi e nel linguaggio di tutto il corpo abbiamo percepito un velo di tristezza. O forse era il video un po’ opaco del cellulare?
Ridiventiamo tutti adolescenti innamorati quando al telefono, finito di scambiarci gli auguri, di parlare delle cose che sentiamo di dirci, del più e del meno, e sentendo arrivare ineluttabile il momento di separarci, ci diciamo: chiudi tu? chiudo io? no, chiudi tu, e baci e saluti con le mani svolazzanti e il sorriso un po’ tirato. Poi, clic.
Restiamo lì, con il telefono caldo in mano e un senso di svuotamento. I nostri sguardi si incrociano e si sfuggono, per non lasciare intravedere un luccichio sospetto. “Ora prenoto un volo, così corriamo ad abbracciarli tutti, veramente, senza filtri” borbotto. Ma è l’impulso del momento. Tra qualche secondo tornerà tutto a posto. E andiamo avanti fiduciosi nel futuro.
Esco per un attimo dall’atmosfera un po’ dolciastra del racconto natalizio e penso con una certa irritazione al genio spicciolo del marketing che ha trovato il suo nuovo succulento target: i nostri figli all’estero. Ah la CONAD! Ma, no, non mi va di analizzare una pubblicità che mi fa semplicemente “imbestialire”. Manipolazioni.

da Daniela
Questo è stato un Natale diverso. Mia figlia  ha trascorso il Natale con noi e subito dopo è andata via. Negli anni passati avrei provato rabbia e mi sarei sentita tradita. Ma quest’anno ho provato a capire, ho provato a trovare una ragione senza colpevolizzarla. L’ho osservata senza pregiudizi. Mia figlia è cambiata. Dopo 5 anni che vive lontana da casa, a Parigi, oggi la ritrovo donna matura e consapevole. Solo da poco ho accettato e compreso questo suo cambiamento e solo ora il nostro rapporto è diventato sereno con momenti di confidenza e affetto anche fisico.
Ecco perché questo è stato un Natale diverso.
Ho accettato e compreso che lei andasse via subito dopo Natale per trascorrere il fine d’anno con i suoi nuovi amici. L’ho abbracciata sorridendo dicendole: “Divertiti amore mio”. Ho capito che lei torna da noi con grande piacere ma che la sua vita è altrove, il suo cuore è altrove e io ho il dovere di darle tutta la fiducia che merita e gioire per il fatto che è riuscita a crearsi un suo mondo fatto non solo di studio, ma anche di nuovi amici e di interessi, di passioni da coltivare…
Essere consapevole che mia figlia è una donna che, nata in una piccola città dell’entroterra siciliano, ha fatto un salto nel buio per approdare in una grande metropoli fuori dall’Italia e lì è riuscita a costruirsi la sua vita e forse il suo futuro lavorativo e forse la sua famiglia, mi rende fiera di lei. Per questi nostri ragazzi, coccolati e viziati, non deve essere stato facile ritrovarsi da soli, a migliaia di chilometri da casa, trovandosi nelle mani una enorme libertà che significava anche affrontare ogni singolo problema, piccolo e grande, da soli. E ce l’hanno fatta.
Queste sono state le mie riflessioni durante la notte di Natale, mentre osservavo mia figlia e la trovavo felice di essere con i genitori, i nonni, gli zii e i suoi amati cugini ma allo stesso tempo mi accorgevo che nel suo sguardo brillava una scintilla nuova. Che io mi rifiutavo di vedere sino a poco tempo fa. Quella scintilla diceva:” Siete la mia famiglia e io vi amo infinitamente. Ma adesso ( non so domani) la mia vita è altrove”. E finalmente ho capito. Senza che mi sentissi tradita o delusa. Questo è stato il mio, il nostro Natale.

 

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