Chi ti manca di più?

33-chi ti manca di piu ok

Ogni tanto qualcuno mi chiede quale dei due figli in fuga mi manchi di più.

Resto sempre allibita e mi viene voglia di recitare tutto il monologo del terzo atto di Filumena Marturano, per intenderci quello in cui Filumena dice “ ‘E figlie so’ figlie e so’ tutt’eguale! ” *

Troppo napoletana?

Allora racconto della mia leggendaria bisnonna.

Giovane, bella, benestante, vedova con quattro figli, la bisnonna mise alla porta un pretendente bello, giovane, benestante e, ovviamente, scapolo perché costui le aveva dichiarato: “quando saremo sposati, ti lascerò scegliere liberamente quali dei tuoi figli vorrai mandare in collegio e quali vorrai tenere a casa con noi”.  La bisnonna non si risposò mai.

Per tornare alla domanda “quale figlio ti manca di più”:  ci sono tratti dell’uno e tratti dell’altra che mi mancano e sono legati ai loro rispettivi caratteri e ai loro diversi modi di “muoversi” in famiglia. Potrei dire che mi mancano i tazzoni di tè del tardo pomeriggio con una e lo strimpellio della chitarra dell’altro; o che mi fa malinconia trovare tutti i miei pullover nel cassetto perché nessuna ha “sottratto” proprio quello che avrei voluto indossare; o trovare i miei CD in bell’ordine e non tutti mischiati; ancora potrei dire che mi manca non sentire la chiave che gira rumorosamente nella toppa annunciando il ritorno a casa dell’uno o dell’altra nel mezzo della notte.

Ma il punto fuori questione è uno solo ed è che mi mancano entrambi, sempre e tanto.

 

 

 

* Eduardo De Filippo, Teatro (Volume secondo) – Cantata dei giorni dispari (Tomo primo), Mondadori, Milano 2005

4 pensieri su “Chi ti manca di più?

  1. Non mi è mai stata posta questa domanda.
    Raramente mi lamento della loro assenza, le volte che l’ho fatto mi è stato risposto che sono fortunata perché i miei figli sono stati studenti modello e ora hanno anche la fortuna di lavorare, come se tutto fosse arrivato dal cielo, e magari chi mi ha detto queste parole ha i figli a poche centinaia di metri o ancora a casa!

    1. Io mi chiamo Tiziana è la prima volta che scrivo su questo blog che ho scoperto da poco..
      Anche io ho due figli all’estero e cerco di parlarne poco.. e se ne parlo ricevo gli stessi commenti, le stesse reazioni che hai scritto tu.
      Mi mancano tantissimo tutti e due e la lettera che ha scritto sotto Ornella descrive perfettamente lo stato d’animo di chi vive questa esperienza!

  2. nessuno mi ha mai fatto questa domanda, forse dando per scontato che sento la mancanza di tutte e due le mie ragazze. Il famoso “taglio del cordone” è stato lento e progressivo; dalle telefonate giornaliere, dense di cose, eventi ed emozioni, a quelle settimanali, a quelle fatte solo quando sentiamo la necessità di un contatto. Quando ritornano a casa loro, dopo un periodo breve o lungo da me, io provo non già il nodo alla gola, ma un senso di dolore come lo provano gli innamorati che si separano o che non sono ricambiati. Poi, il tempo fa pian piano il suo lavoro ed io torno alle usate cose e al ritmo “convenuto” dei contatti. bella la citazione di Eduardo, sempre dritta al cuore. Ciao e Buon Ferragosto!

  3. Si a volte qualcuno mi chiede chi dei miei tre figli mi manchi di più o addirittura a quale dei tre io sia “più legata”… e non è una domanda sciocca o scontata ,del tipo: “a chi vuoi più bene, a mamma o papà?” Come ho già raccontato dopo aver deciso di trascorrere la maggior parte dell’anno in una casetta a Pisa, naturalmente sono vicina ai due figli che vivono in Toscana, per cui verrebbe spontaneo pensare che chi mi manchi di più sia il “londinese”, tra l’altro è anche il più piccolo, infatti è così… ma vorrei aggiungere che ogni figlio si rapporta con i genitori in modo diverso, anche se hanno ricevuto la stessa educazione, la stessa intensità di amore, ma ovviamente hanno fatto esperienze diverse, hanno caratteri diversi : c’è chi è più espansivo, chi più riservato, chi molto comunicativo, chi più discreto o chiuso, per cui si stabiliscono dinamiche differenti e tutto ciò ci porta a “sentire e manifestare” il nostro affetto con varie modalità ma il cuore li “contiene” tutti senza limiti… quindi la conclusione è che i nostri figli sono talmente parte di noi che non si riesce a fare una classifica, perché può capitare di sentire il bisogno di abbracciare forte il figlio che ti è venuto a trovare una sera, pur sapendo che lo rivedrai il giorno dopo, provando quel senso di nodo alla gola che si prova quando saluti chi invece vive molto lontano e sai che passerà molto tempo prima di poterlo rincontrare ma che ti rende talmente partecipe della sua vita che lo senti sempre accanto.
    Molto probabilmente agli occhi di chi legge posso apparire una mamma “iperpresente”, iperprotettiva, che vorrebbe i figli sempre accanto a se ma non è così … La dimostrazione è che sono stati liberi di scegliere la loro strada senza condizionamenti “familiari” ed io sono sempre lì a sostenere le loro scelte: è la loro vita ed è giusto che la vivano come ritengono sia meglio.
    Forse la risposta è molto più semplice : una mamma sa che amare vuol dire “volere il bene di qualcuno”.
    mamma Lella

Rispondi a Diana Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *