E se vanno a studiare all’estero, come gli preparo il nido?

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di Cristina Signorelli

Ormai è tutto deciso. La fatidica lettera di ammissione recita forte il nome del luogo dove il nostro tesoro, questo figlio/a cresciuto/a con tanto amore, andrà a studiare per affrancarsi definitivamente dalla famiglia. Il distacco dagli affetti più cari, camminare per strade ignote, una nuova lingua, una cultura differente, affrontare da soli i piccoli grandi problemi di ogni giorno, fanno dell’esperienza di studio all’estero – e non importa se ha 15 o 16 anni o qualche anno di più – un percorso obbligato verso l’indipendenza e l’autonomia di questi giovani.

Ma per noi mamme restano i cuccioli che si rifugiavano tra le nostre braccia per sentirsi protetti e, quindi, la prima preoccupazione nostra – di genitrici sempre sul pezzo – è ricreare lontano da casa, che siano 1. 000 o 10.000 miglia non importa, un rifugio che li accolga perfettamente.

E qui iniziano i problemi. Sì, perché non si tratta di prendere un treno, o farsi qualche ora di auto, per andare a fare un sopralluogo e magari allestire di persona la nuova camera nella quale vivrà il pargolo. Qui parliamo di voli intercontinentali, o se proprio siamo fortunate voli con destinazioni europee, che richiedono un po’ più di fantasia e organizzazione per attrezzare il nuovo nido.

Ricordo un’amica che rideva a crepapelle mentre le raccontavo dei voluminosi bagagli che avevo preparato in occasione della partenza del mio primo figlio, allora sedicenne, per un college americano dove avrebbe frequentato un intero anno di High School. Allora non ero ancora preparata alle partenze continue e alle tante camere allestite in seguito. Ho fatto tesoro di questa esperienza. E dico a tutte le mamme inesperte: NON ESAGERATE! So che saperli lontani da casa ci induce a caricarli di mercanzia varia, in fondo meglio essere pronti a qualsiasi evenienza. Ma non è detto che, nonostante il clima impazzito di questo periodo, quest’anno il termometro scenderà sotto i venti gradi nella calda e assolata Florida o il Canada verrà devastato da tifoni tropicali. Gli alloggi studenteschi sono normalmente condivisi da diversi studenti e gli spazi utili abbastanza limitati.

Il primo anno di università nei paesi anglosassoni prevede l’obbligo per il fresher (la nostra matricola) di alloggiare nel dormitorio studentesco. Vivere l’atmosfera del giorno di arrivo degli studenti nel campus universitario è un’esperienza impagabile. Ogni vialetto, corridoio, anfratto dei dormitori si trasforma in un deposito di scatole, scatoloni, valigie. Ovunque vagano giovani festosi e genitori indaffarati, spesso stravolti, sempre carichi di acquisti dei più disparati oggetti (molto gettonati gli specchi, le abat-jour, i cestini per la carta e perfino i tappeti). Insomma non sono solo le mamme italiane che costruiscono il nido per i loro piccoli.

Infatti le camere sono piuttosto spoglie, dotate normalmente di letto, materasso, armadio, scrivania e comodino. Ecco allora che è necessario attrezzare la nuova base del figlio con qualche indispensabile confort e, se siete molto previdenti o troppo lontane per sovraintendere all’alloggiamento, potete fare acquisti attraverso le piattaforme online che spediranno il vostro ordine all’indirizzo universitario, giusto in tempo per l’arrivo di vostro figlio. Tra i più noti in USA sono www.universityandstudentservices.com e www.dormco.com , in Canada www.residencelinens.com, in UK www.unikitout.com e www.click2campus.com. Attraverso questi siti potete acquistare l’intera dotazione per il letto, il bagno e la cucina. La qualità è a prova dei lavaggi pericolosi fatti dai nostri figli e i prezzi normalmente ragionevoli. Ci sono inoltre molte università che propongono degli accomodation pack, dotati del necessario per sopravvivere lontano da casa.

Considerate inoltre che in molte città universitarie si trovano facilmente molti grandi magazzini che offrono nel periodo di insediamento (a volte anche per tutto l’anno) sconti agli studenti.

Insomma studiare lontano da casa si trasformerà in una esperienza completa e istruttiva anche per l’organizzazione della loro vita quotidiana, alla quale fino a ieri avevamo in gran parte provveduto noi mamme.

 

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