Figlie del mondo

Lettera di mamma Franci

Sono mamma di due ragazze “figlie del mondo”, amano viaggiare, sono curiose, vogliono conoscere paesi e persone, sono molto orgogliosa di loro. Hanno sempre lavorato per mettere da parte soldi per viaggiare. Hanno iniziato con colonie all’estero, poi lavoro alla pari, programma Erasmus, Progetto Leonardo, Interrail; poi Stati Uniti, volontariato in Congo e in  Sud America.

La prima figlia (33 anni) laureata in “Beni culturali per il turismo”, dopo vari lavori precari, aveva “conquistato“ un contratto a tempo indeterminato presso un Albergo al centro di Roma ma il suo sogno era quello di fare la Guida Turistica, e con tanta tenacia si è messa a studiare per superare le varie prove e poter ottenere l’abilitazione. Ora lavora tanto e con tante soddisfazioni ma, potendo gestire il suo tempo, ha deciso che nei periodi in cui a Roma c’è meno lavoro, continuerà a viaggiare: lo scorso anno ha trascorso 3 mesi negli Stati uniti, e quest’anno sta organizzando 3 mesi in Sud America, il tutto “zaino in spalla” e possibilmente anche con qualche lavoretto temporaneo “alla pari”.

Sono felice per lei, la vedo serena e soddisfatta, ricordo quando da bambina una volta mi disse: “mamma…io da grande voglio fare un lavoro dove io parlo e tutti mi ascoltano”, forse voleva già fare la guida! Devo confessare, però, che sono contenta anche perché il suo lavoro è a Roma, quindi parte… ma poi torna!

Nel frattempo la seconda figlia (29 anni) con una laurea magistrale in Scienze dello sviluppo e della Cooperazione Internazionale ed un Master a Pavia (ottenuto con una borsa di studio), è partita per il Malawi per un tirocinio. Ebbene, lo confesso, forse solo adesso sto realizzando quale potrebbe essere il futuro che si sta creando da anni, forse fino ad oggi non volevo capire che il suo obiettivo era davvero voler fare la Cooperante, mi illudevo… Ovviamente sono orgogliosa di lei, delle sue scelte anche difficili ma non nascondo di continuare ad essere in ansia, sono “WhatsApp – dipendente”, non riesco a fare a meno del messaggio della buonanotte e mi mancano molto le chiacchierate telefoniche, perché spesso non ha wi-fi, quindi non si possono sprecare i “giga” .

Sono felice quando sento il suo entusiasmo per le cose che sta imparando e mi rendo conto che, come scritto nel libro Non so niente di te, che ho letto su consiglio di questo blog, un genitore….“piu’ sa con precisione, meno patisce. Lo colloca”.

Mi faccio forza anche leggendo le esperienze di altre mamme  da anni  abituate ad avere figli che vivono all’estero e sono fortunata ad avere un marito ottimista che spesso riesce a sdrammatizzare le mie paure.

Franci

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