Mamma di un ( o più ) cervello in fuga

Lettera di mamma Elena

Mi chiamo Elena.

Da qualche anno sono mamma di due cervelli in fuga: Mirko e Simone.

È vero, non sono molto lontani: io vivo a Milano e loro a Bologna. Mirko è già stato in Francia un anno per un master.

Non sono una mamma opprimente e ossessiva, ma quando posso vado a trovarli. Sono disoccupata, quindi soldini non ce n’è molti per viaggi anche se non troppo costosi, cosi quando le occasioni di lavoro del mio compagno lo portano in zona ne approfitto per andarli a trovare.

Oggi è stata una di quelle volte: abbiamo pranzato insieme, a casa di Mirko.

Li guardavo, i miei due ragazzi… così belli… così veri… così bravi…

Mirko si è appena laureato in chimica industriale e il prossimo anno andrà a Toronto per il dottorato, e Simone passerà alla stessa facoltà questo anno. Uno chiedeva consiglio all’altro… credevo di non aver combinato niente nella vita ma mi sbagliavo… credo che di meglio non avrei potuto fare.

Mi si stacca un pezzettino di cuore ogni volta che li lascio ma so che è necessario per il loro bene, il loro futuro.

E se il mio cuore si rompe… amen.

Elena

11 pensieri su “Mamma di un ( o più ) cervello in fuga

  1. Da 10 anni i miei gemelli, Stefania e Cesare, hanno spiccato il volo, prima per conseguire la laurea ora per lavoro e amore … la solitudine pesa, tanto. Domani è un altro giorno …, ma sarà uguale ad oggi e loro saranno sempre più distanti!
    Quando nel 2006 ho letto il libro di Catena Fiorello “Picciridda” ho fatto una riflessione sulla fortuna di non avere subito il trauma dell’emigrazione familiare. Dopo nemmeno un anno dalla lettura di quel libro la prima lacerazione e la partenza …

  2. Mio figlio è andato via ad aprile. È a Londra. La spinta non è stata la ricerca di lavoro (è fisioterapista) ma il fatto che la sua ragazza ,peraltro di un paese vicino al nostro, lavora là da parecchi anni. La sua partenza è stata un po’ sofferta. Io l’ho sostenuto e supportato, gli ho dato coraggio con il cuore che si spezzava ogni giorno un po’ di più …perché so che è andato per poter iniziare una vita con lei e questo è giustissimo. ..se uno dei due non si muoveva credo che sarebbe finita…e comunque l’idea di fare un’esperienza all’estero unita alla voglia di andarsene da casa e rendersi automomo era forte per lui. Solo che le cose non sono cosi semplici in Uk, per poter svolgere la professione di fisio deve essere iscritto all’HCCP, ci vogliono mesi per la risposta e non è certo che sia positiva. Intanto lavora come physio assistant ma non è contento, è frustrato e soffre di tanta nostalgia. Le nostre videotelefonate quotidiane sono bellissime, meno male che ci sono ma mi devo impostare un bel sorriso prima di rispondere e inghiottire molto per trovare le parole per spronarlo e dargli coraggio e fiducia. Ci vediamo spesso per fortuna, vengono a casa ogni due mesi circa anche solo per pochi giorni, siamo stati anche noi genitori e poi mia figlia da loro ma non è la stessa cosa. Manca sapere che è qua vicino, che se ho bisogno di un suo abbraccio non c’è. …mi faccio coraggio e prego ogni giorno che riesca a realizzarsi anche là a Londra, alla fine pazienza se è lontano, quello che conta è saperlo felice….il fine ultimo del mio essere madre è questo, la serenità dei miei figli, non importa dove essi siano.

  3. sono anche io mamma di cervelli in fuga, due per la precisione,che vivono a Londra.Anna è andata via 11 anni fa’, quando ancora non era così impellente il bisogno di andarsene per trovare lavoro ma lei era curiosa di conoscere il mondo e “Roma” le stava stretta,Lino è partito 8 anni fa’ proprio per cercare fortuna.Questi anni sono stati lunghissimi e difficili,con alterne vicende :hanno trovato lavoro,comprato casa,Anna si è sposata,hanno riperso il lavoro……io sono stata felice della loro scelta perché li ho visti decisi,sistemati coraggiosie capaci di costruirsi la vita con le loro mani,ma ora sto attraversando un periodo difficile , mi sento molto sola e li vorrei più vicini.Cerco di farmi coraggio,come sempre,e mi dico che domani è un altro giorno e tutto mi sembrerà più rosa

    1. Ciao Gabriella dove abiti? Io abito a Roma se vuoi ci possiamo confrontare un po’.
      Anche io ho due figli all’estero …..e le sensazioni sono le stesse di tutte le mamme che scrivono qui.
      Penso che sia bello utilizzare questo blog anche per una sorta di mutuo soccorso in cui ognuna può essere di aiuto all’altra nel raccontare un pò come si cerca di superare queste assenze!

    1. Ciao Elena (ti do del tu spero non ti offenda), mi chiamo Enzina ed abito vicino a Milano. Sono in una fase ansiosa…..mio figlio è al quinto anno delle superiori di chimica industriale e una volta diplomato
      andrà a Boston per un anno preparatorio sia linguistico che specifico sulla materia, per poter poi
      accedere ad una università Usa. Mio figlio ha fatto pure il quarto anno delle superiori in Usa stando
      presso una famiglia tutto allo scopo di prepararlo a “spiccare il volo” , in qualche modo lo abbiamo
      “spinto” a cogliere questa opportunità.
      Ma ora sono piena di dubbi, anzi sto un po’ “panicando”, ho paura di allontanarlo, perchè ora non
      si tratta più di fare un anno in Usa come l’anno appena passato, ma una pianificazione di almeno 5-6 anni ed io ho paura di perderlo!!! Anch’io avevo sentito che la facoltà di chimica a Bologna è ottima, meglio di Milano….e allora scegliendo gli USA siamo esagerati !! Un giorno mi pento..il giorno dopo mi dico che fa la scelta giusta (scelta comunque sofferta da parte sua)
      Insomma dimmi qualcosa del percorso dei tuoi figli, se vuoi…..dimmi qualcosa…grazie, posso darti
      il mio nr di cell o l’indirizzo mail …è permesso ?
      Ciao Enza

      1. Gentile Enzina, sono loro a dover decidere e scegliere non noi, noi possiamo solo sostenerli nelle loro decisioni, ma mai influenzarli. Tuo figlio andrà in America, ma dovrebbe partire solo se lo desidera tanto, una scelta autonoma e solo sua, non per inseguire “vostri” progetti su di lui.
        Mio figlio vive da tre anni in Inghilterra, nella sua giovane vita, ogni volta che mi ha chiesto “mamma cosa faccio”, io gli ho risposto“ leggi dentro te stesso e troverai la scelta giusta, da noi avrai sempre sostegno e vicinanza, ma ciò che é giusto per te lo senti tu”.
        Ora lui è realizzato e felice, ferrista in sala operatoria, io non mi sono mai pentita di averlo lasciato volare verso cieli scelti solo da lui.

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