“Nice to meet you!” – quando ti presenta i suoi amici e colleghi

22- nice to meet you ok

 

La prima volta che andai a trovare la fuggitiva oltreoceno, arrivai stanca, “sfusata” e con un gran desiderio di dare e ricevere coccole ma un “Mamma, fatti bella che tra un’ora andiamo ad un party” mi costrinse a cambiare programma e a… farmi bella.

Incontrare i suoi amici è tutto un “nice to meet you”/ “ravi de vous recontrer” . Sì, è tutto molto nice e molto ravi ma poi non sai bene di cosa parlare; posso chiedere da dove vieni? Cosa fai? Cosa vorrai fare? I tuoi genitori? Sei sposato? Hai figli?

Domande queste, che dalle nostre parti sarebbero normali ma… oddio e se qui sono troppo personali? E se le faccio fare brutta figura? E se non capisco quello che i suoi amici mi dicono? E se andiamo al ristorante con i suoi amici, devo offrire io ?

Niente paura, anche i suoi amici possono essere indiscreti con te: “è la prima volta che vieni qui?”, “cosa ti piace di qui” (è implicito che debba piacerti tutto), “per quanto tempo ti fermi qui?”, “perché non c’è tuo marito?”

Con il tempo, inizi a conoscere meglio qualcuno di quegli amici, qualcuno di loro addirittura arriva a casa tua tra una tappa e l’altra di un viaggio in Italia (alcuni arrivano anche se tua figlia non c’è!) e così la volta successiva che vai a trovarla, magari ti ritrovi a dire “Perché non inviti quella tua amica a cena, è così simpatica …”

 

Un pensiero su ““Nice to meet you!” – quando ti presenta i suoi amici e colleghi

  1. Mamma di cervelli in fuga, due cervelli, femmine! Da quasi un decennio in Germania.
    Per la prima doveva essere un post-doc di un triennio e invece ad Heidelberg tra poco nascerà il mio primo nipotino.
    Per la seconda è stata una libera scelta appena laureata per entrare in una grande multinazionale.
    E io, di conseguenza, sono diventata un’affezionata cliente di Lufthansa per le mie frequenti trasferte. I loro amici e colleghi internazionali sono diventati quasi una seconda famiglia che mi accoglie con calore e allegria, che aspetta i manicaretti italiani e che si industria a parlare con me nonostante il mio non perfetto inglese e la totale ignoranza della lingua tedesca. Per ora è così, domani non si sa. Ma io continuo a sognare il loro ritorno… la speranza, ultima dea, non abbandona mai lemammedeicervelliinfuga!

Rispondi a Maria Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *