Quando sono i genitori ad allontanare i figli

Lettera di papà Telesio

Sì un caso strano, intanto perché non sono una mamma, ma un papà e poi perché i miei due figli non sono fuggiti da questo Paese, ma ne sono stati allontanati dai genitori.

Dopo due anni da me vissuti all’interno di una società partecipata dallo Stato, ho capito che non c’è speranza in questo Paese per le generazioni future. In un paese dove, nel caso in cui si venga ricoverati in ospedale, la prima domanda che ci si debba fare è chiedersi se si conosca qualcuno e non quanto siano bravi i medici che vi operano.

E allora, quando avevano 13 anni, finita la terza media, li abbiamo portati in una boarding school, di quelle con secoli di storia nella campagna inglese e li lasciati per anni ad imparare le regole della meritocrazia, del valore, dell’impegno, ad imparare a contare solo su se stessi. Con che quotidiana sofferenza può essere compreso solo da chi sta vivendo anche in queste ore, mentre legge, questa stessa esperienza. Una sofferenza che non passa, che si rinnova la mattina, ti accompagna durante la giornata e si fa ancor più dura la sera. Oggi sono universitari e stanno completando il loro iter per diventare cittadini inglesi.

Senza rimpianti.

Telesio

4 pensieri su “Quando sono i genitori ad allontanare i figli

  1. Concordo pienamente con Telesio, infatti anche io ho mandato mia figlia a studiare a Londra e ora ho convinto anche il figlio minore a raggiungere la sorella dopo la maturità a luglio.
    Non credo che si tratti di venerazione per il mondo anglosassone piuttosto il convincimento che nel nostro paese non ci siano speranze e futuro per i nostri figli.
    La realtà è che all’estero ( e non solo in UK ma anche in Germania, in Francia, in Svezia e in tanti altri paesi…) le condizioni di vita, di studio e di lavoro sono migliori, infatti ben pochi ritornano!
    Per quanto riguarda gli “indigesti rigurgiti razzisti” in Italia siamo davvero campioni ormai da anni.

  2. Scelta drastica ma perfettamente comprensibile!
    Anche il mio lavoro mi ha fatto capire prestissimo (quando i miei pargoli si gingillavano ancora con i sonaglini) che la qualità del mio lavoro non interessava a nessuno e che la maggior parte dei miei colleghi più avanti con l’età lavorava clandestinamente per raccomandare i loro figli già grandi e laureati! Mi sono detta! Io non mi piegherò mai a chiedere una raccomandazione così ho festeggiato quando mia figlia ha scelto Londra per l’Università! Ed oggi mi racconta che quando cerca i suoi professori universitari, cerca la mail sul sito, gli scrive e loro rispondono immediatamente. Così il mio cuore si allarga perchè io che per lavoro devo cercarli i professori italiani, spesso non trovo le loro mail sul sito e devo attrezzarmi in cacce al tesoro per rintracciarli!

  3. che scelta drastica! Una delle mie figlie vive in UK da quasi vent’anni con la sua famiglia anglo-italo-Camerunense.Io ho insegnato per una vita Lingua e Letteratura Inglese . Ma davvero è giustificata tutta la venerazione che proviamo per il mondo Anglosassone? Spesso me lo chiedo e ancor di più in questo periodo di Brexit e di indigesti rigurgiti razzisti. Intanto mi preparo per il viaggio Natalizio a Siviglia, con l’altra figlia…Evviva i nostri figli!

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