Un punto di riferimento che ricordi sempre le loro radici

Lettera di mamma Beatrice

Siamo genitori torinesi di ben tre “cervelli in fuga”.
Uno di questi risiede a Galway con la sua bella famiglia e l’occasione per andarvi è stata la nascita della mia nipotina e il desiderio di stare un po’ insieme al big brother, cioè suo fratello maggiore.
Galway è una bella cittadina sulla costa occidentale a tre ore di macchina da Dublino. È una cittadina vivace, con un centro animato da coloratissimi negozi, pub e artisti di strada. Ha un lungomare (o lungoceano) di circa 2 km (Salthill) dove si incontrano cani con i loro proprietari, band di ragazzi che suonano, hotel eleganti. Più ‘avanti ci sono le spettacolari rocce sull’oceano Atlantico, con onde molto alte. Di fronte ci sono le isole Aron famose per la lavorazione della lana. Infatti non si può tornare senza un berretto, un maglione o sciarpa locale. Le case sono quasi tutte indipendenti e a due piani, pochi condomini comunque sempre a due piani. La vegetazione è ricca e il clima… per me nota dolente. Infatti pur avendo trovato bel tempo, c’era un vento freddo e umido, essendo Galway sull’oceano. La cittadina è ricca di hotel per meeting dal momento che vi sono molte multinazionali soprattutto nel settore biomedicale.
Mi è dispiaciuto lasciare i miei nipoti, mia nuora e mio figlio ma sono contenta di sapere che si sono adattati abbastanza bene, che il mio nipotino di quattro anni frequenta l’asilo e parla correntemente l’inglese e che gli abitanti sono gentili.
Certo la loro intenzione è quella di tornare appena le condizioni di lavoro in Italia lo permetteranno, soprattutto per il clima ma non prima di qualche anno per cui noi genitori ci adattiamo alle loro esigenze e ci accontentiamo di vedere crescere i nipoti attraverso internet oppure vederli due volte l’anno, ma meglio di niente se non può esserci la quotidianità.
Gli altri due figli: uno attualmente in Germania, zona Foresta Nera, e l’altro ad oggi risiede ancora a Milano ma dal lunedì al venerdì è in Grecia e a giugno, con ogni probabilità, si trasferirà per almeno due anni ad Atene.
Entrambi hanno famiglia ed io e mio marito facciamo quello che si può soprattutto per tenere vivo nei nipoti il senso della famiglia. Per fortuna che c’è Internet, Skype, Face Time, WhatsApp! Abbiamo il telefono acceso giorno e notte e a ogni piccolo suono ci precipitiamo a vedere se è uno di loro.
Purtroppo non sempre il rientro in Italia avviene per tutti loro nello stesso periodo ma, per fortuna i ragazzi si sentono tra di loro, così come le nuore.
Ogni tanto mio marito ed io ci guardiamo e diciamo “e se andassimo via dall’Italia anche noi? In un paese che ci permetta di vivere con maggiore disponibilità finanziaria per poter andare a trovare i ragazzini po’ più spesso?” Ma poi uno di noi risponde: “i ragazzi e soprattutto i nipoti devono avere un punto di riferimento che ricordi sempre le loro radici ed un posto in cui tornare”.
E così restiamo e … aspettiamo il loro rientro.

Beatrice

9 pensieri su “Un punto di riferimento che ricordi sempre le loro radici

  1. Io non ho radici e non ho parenti.
    Sono andata via dalla mia città da ragazza, per lavoro.
    Ho vissuto in una città grigia e ostile dove non ho mai radicato.
    Quando tornavo “a casa” ormai anche lì ero forestiera.
    Ho mandato i miei figli a studiare all’estero appena diciottenni. La ragazza, fin dal primo momento, si è sentita a casa; il ragazzo… ancora non sa.
    Mio marito ed io già pensiamo di andare da loro ma è presto perchè ancora studiano e la situazione è fluida.
    Le uniche radici che abbiamo non sono luoghi, siamo noi, l’immenso amore che ci lega e che annulla ogni distanza.
    Lilli

  2. Mio figlio Alessio ha vissuto tre anni in Irlanda, 2 anni a Cork e un anno a Dublino.
    Anche io, quando mi assaliva la voglia di vederlo e abbracciarlo, prendevo il volo Pisa-Londra, Londra-Cork a volte lo scalo durava anche 6 ore ma non mi importava, la voglia era tanta di vederlo che sarei arrivata in capo al mondo. Ebbene, nonostante il tempo irlandese, ricordero’ sempre quei giorni passati insieme, io e lui a girare per le Contee irlandesi, a visitare paesini e paesaggi mozzafiato che solo l’Irlanda puo’ regalarti.
    Ecco questa e’ anche l’opportunità che viene data a noi genitori di cervelli in fuga per poter scoprire paesi diversi dall’Italia. Grazie Alessio,ti voglio bene.

  3. Bellissima lettera Beatrice. Quanto scrivi è più che condivisibile….noi genitori rimasti in Italia dobbiamo essere il loro punto di riferimento e le loro radici. Grazie per aver condiviso questo tuo pensiero.
    Alessandra

    1. Complimenti per la serenità. Anche io come te, avevo pensato di trasferirmi e raggiungere la figlia a Londra, appena mi pensionano. Poi ho pensato di trasferirmi in un luogo di mare in Italia visto che abito in campagna, così lei che è amante smisurata del suddetto mare, viene giù con più frequenza e sarà bellissimo passeggiare a riva con lei. In bocca al lupo per i figlioli

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