6 settembre 2012

Lettera di mamma Lella


6 settembre 2012

Perchè questa data ?
E’ il giorno in cui è partito Francesco per Londra.

Partiva con una borsa di studio di 6 mesi… e quella sera, quando lo accompagnammo all’aeroporto, cercavo di convincermi che sei mesi passano presto, magari qualche giorno libero lo avrebbe avuto… Appunto “cercavo di convincermi” ma sapevo molto bene che da lì sarebbe partito un percorso che in Italia non avrebbe potuto proseguire ed infatti … cosi è stato, cosi è.

Il passaggio da una piccola città a Londra non è stato facile: la lingua, il lavoro, i trasporti, la casa, tutto da trovare, scoprire, sperimentare ma la buona volontà, la sua determinazione – come per tantissimi altri giovani – hanno dato buoni, ottimi risultati. Ed ora eccomi qui a ripercorrere, ricordare ogni attimo, ogni momento condiviso a cosi’ tante miglia di distanza con strumenti che ormai conosciamo bene. Allora non avevo strumenti adeguati (anche li avessi avuti, non li avrei saputi adoperare, non potevo certo immaginare le cose che avrei imparato) ma solo un vecchio telefonino con cui mandare sms e telefonare…(anche quello poteva risultare difficile).

Rimasi sveglia finchè non arrivò quell’sms “sono arrivato, tutto bene”.

Tante le notti trascorse insonni. Una di queste fu in occasione della diretta di Enrico Mentana per la Brexit: verso le quattro del mattino sembrava che non avesse vinto e mi addormentai più tranquilla ma, qualche ora dopo, la Brexit aveva vinto e la domanda che molti genitori si fecero fu “e i nostri figli ora?” Quanti dubbi, quante incertezze.

Noi mamme, noi genitori ci diamo forza e cerchiamo di non fare capire la paura, l’ansia che viviamo ogni giorno perchè loro – i nostri figli – hanno anch’essi paura, non possiamo negarlo, ma sanno di vivere in un mondo molto diverso e riescono, nonostante tutto, ad essere sereni, consapevoli che proprio loro possono contribuire a migliorare la convivenza tra popoli di vari paesi.

Auguro ai giovani che vogliono (spero non debbano) studiare e lavorare all’estero di poterlo fare e ai loro genitori di accompagnarli sempre con il sorriso e la gioia di vedere realizzati i loro sogni.

Lasciamo invece nel segreto del nostro cuore la tristezza per la lontananza, perchè in fondo “barattiamo” il nostro dolore, la nostra solitudine con le loro gioie, i loro successi.

Questo vedo nel viso di Francesco tutte le volte che ci sentiamo con Skype o in video-chiamata, facendomi partecipare alla sua vita, come forse… non farebbe se vivesse nella mia stessa città.

Lui capisce e ringrazia, sorridendo felice.

 

Lella

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