Circolare, please

circolare please

Gli esperti del fenomeno dicono che una caratteristica delle nuove generazioni di cervelli in fuga è quella del moto perpetuo o della mobilità circolare: non fanno a tempo ad assestarsi in un paese straniero che già hanno pronti i bagagli per un’altra destinazione.

Molti genitori che seguono il nostro blog confermano questa tendenza: analizzando i post sulla pagina facebook scopriamo che su un campione di 150 casi, il 22% ha cambiato paese di espatrio almeno una volta, il 9% ne ha cambiati almeno tre, il 5% ha cambiato da 4 a 6 paesi di espatrio. C’è poi una piccola quota che cambia città all’interno dello stesso paese (soprattutto in US e UK).

Mi chiedo: se i nostri figli volessero continuare a circolare per il mondo, dove vorremmo che approdassero? (“a casa” non è previsto).

Stalker, apprensive, lagnose, romantiche e megalomani come siamo (io in primis) sogniamo mete vicine e, possibilmente, familiari.

Ovviamente ci auguriamo che questa meta – vicina e familiare – sia anche un posto che offra eccellente qualità della vita, dove sia facile trovare casa e fare amicizie, dove vengano offerte ottime condizioni di lavoro e un buono stipendio e dove i servizi per la famiglia, dall’asilo nido alla sanità, siano di ottima qualità e possibilmente gratuiti.

Fin qui i nostri sogni. Tuttavia, se mettiamo in moto quei pochi neuroni che ci sono rimasti, per esempio leggendo qua e là, scopriamo che quella che noi immaginiamo possa essere la prossima meta ideale è sempre più … distante (fisicamente e culturalmente).

Mi sono imbattuta nei risultati di un sondaggio promosso nel 2016 da Internations (un sito specializzato in expat di tutto il mondo) ed ho scoperto che, nella classifica generale effettuata su 67 nazioni, i primi cinque posti sono occupati, rispettivamente, da: Taiwan, Malta, Equador, Messico e Nuova Zelanda. Seguono, nell’ordine: Costa Rica, Australia, Austria, Lussemburgo, Repubblica Ceca. E non è finita, perché nella top 15 ci sono anche: Vietnam, Canada, Singapore, Spagna, Panama. Quindi complimenti e tanti auguri alle mamme i cui figli e figlie vivono (o vorranno trasferirsi) in questi paesi al top della qualità della vita per gli expat.

E l’Italia? Dalla valutazione degli stranieri impatriati da noi, forse comprendiamo meglio perché tanti nostri giovani fanno le valigie: l’Italia si qualifica al 59^ tra il Qatar e la Tanzania.

 

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