Di fronte ad un vetro

Lettera di nonna Oriana

Mi sento proprio così, di fronte ad un vetro, infrangibile, resistente ad ogni attacco, senza scalfitture, incrinature, imperfezioni. Al di là di questo vetro c’è la vita di chi amo, quella vita che io non posso condividere. Ci sono nove fusi orari e più di 10000 chilometri che mi separano da lui.

Mi sento imprigionata in un sentimento forte che non trova sfogo.
Isolata, chiusa in una bolla invisibile ma tenace, non respiro, non vivo, la privazione di ogni contatto m’impedisce quella serenità che vedo negli altri che non sanno quanto profonda sia la mia disperazione. Non posso parlarne con nessuno, non capirebbero, troppo presi  dai loro pensieri, problemi, frustrazioni. Ma la mia frustrazione non è meno cocente.
Il mio dolore non ha la dignità adeguata, la considerazione giusta, non è compreso né accettato. Non posso esibirlo, sembrerebbe eccessivo, imbarazzante.
Tutto questo amore inutile, se non posso rivelarlo, non posso donarlo, resta cristallizzato, impietrito in me e mi rende pietra a mia volta, dura pietra senza anima, perché l’anima è volata via col mio dolore.

Anche mio marito si è accorto che mi sono spenta, è preoccupato, sospetta che mi sia innamorata.
Infatti è vero, mi sono follemente innamorata di Niccolò, vive in California, è bello, simpatico, divertente.

Ha due anni: è mio nipote!

nonna Oriana

2 pensieri su “Di fronte ad un vetro

  1. Come ti sento vicina con il tuo dolore che è anche il mio. Federico, figlio unico, in Georgia con la sua piccina di tre anni, Sofia. Il vuoto che sento dentro è immenso e inspiegabile e Sofia che dice “veno nonna, prendo l’aereo è veno subito” non fa altro che acuire questa sensazione di non completezza che ormai mi pervade.

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