I figli all’estero arricchiscono le nostre vite – 3. Nuovi incontri

mamma Angie

Continuo a scoprire “mamme di cervelli in fuga”. Siamo veramente in tante, in Italia c’è una vera e propria emorragia di cervelli ma non siamo sole, i nostri ragazzi frequentano posti dove sono fuggiti cervelli da ogni parte del mondo.
Tramite mio figlio, in tempi diversi, ho avuto la possibilità di conoscere due di queste mamme: una argentina con la figlia in Spagna, l’altra inglese con la figlia in Australia. È stato un piacere ospitarle nella mia città, mi sono ritrovata a passeggiare per le vie del centro, orgogliosa della bellezza del nostro paese, vergognandomi però di conoscerlo meno di loro.
Due mamme, seppur provenienti da due realtà molto contrastanti, con molte cose in comune, non ultime la soddisfazione e condivisione per le scelte delle proprie figlie.
Donne curiose, con grande spirito di adattamento che da sole affrontano i disagi dei viaggi, non solo per raggiungerle ma anche per conoscere altri luoghi. Abbiamo espresso le stesse ansie per il futuro nostro e dei nostri figli, il dispiacere per la lontananza che costringe a lunghe assenze, i momenti di grande nostalgia.
Contemporaneamente mi hanno fatto conoscere la situazione dei loro paesi, è stato molto interessante. Non avrei mai immaginato di fare un’esperienza del genere, come non avrei mai immaginato di mettere a tavola quattro ragazzi di tre continenti diversi: erano compagni dell’università australiana dove studia mio figlio, reduci da un congresso tenutosi in una città vicina si sono fermati da noi. Un ragazzo inglese, uno venezuelano, due australiani, tutti coetanei e con la stessa esuberanza, hanno riempito la nostra casa di allegria.
Nonostante la difficoltà di comprensione, sono riuscita a capire le loro storie, i loro progetti.  Mi ha colpito la malinconia con cui il ragazzo venezuelano, lontano da casa da molto tempo, diceva di non sapere se sarebbe potuto rientrare senza correre il rischio di essere trattenuto nel suo paese colpito dalla forte crisi economica. Un ragazzo australiano aveva già messo le mani avanti per continuare gli studi in Giappone, gli altri erano disposti ad andare ovunque pur di raggiungere i propri obiettivi. Ho ammirato in tutti la determinazione e il coraggio.
Cucinare poi, è stata una bella soddisfazione, li ho visti ammutolire nel gustare le lasagne, li ho sentiti esclamare per la bontà del tiramisù. Ero contenta di accoglierli, non ho potuto fare a meno di pensare alle loro mamme e alle volte in cui mio figlio ha trovato una mamma che ha cucinato per lui.
Mi si prospettano ancora esperienze di questo tipo: mio figlio mi ha già detto di preparare le pentole per dicembre, lo farò volentieri. Ormai sono lanciata alla ricerca di stanze, appartamenti, locali, ristoranti, itinerari turistici e non per i nuovi ospiti. Posso dire che contribuirò al turismo internazionale o intercontinentale della mia città!

Angie

 

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