Arriva il giorno in cui tua figlia ti annuncia che è stata accettata ad un’università straniera.
Passati i primi attimi di euforia mista a terrore, ti chiedi se ce la farà a conseguire il titolo di studio auspicato.
Per un po’ soprassiedi alle indagini, ci vuole ancora qualche mese prima che parta ma… il tarlo indagatore è lì che rosicchia e rosicchia e rosicchia il tuo cervello e alla fine, non resisti più e vai sul sito della sua nuova università.
Alla fine scaricherai i file del programma prescelto, studierai i corsi di insegnamento offerti, imparerai tutto sul sistema di attribuzione dei crediti formativi, leggerai i CV dei suoi prossimi docenti, valuterai in quanti anni il tuo piccolo genio potrebbe ottenere il diploma e tornare a casa (perché è fuori dubbio che tornerà, vero?) e cercherai di capire il sistema delle valutazioni (che certamente non sarà espresso in trentesimi).
E se invece la tua expat ha appena firmato un contratto di lavoro?
Qui l’indagine on-line è un po’ più complicata, quindi preparerai un questionario che le sottoporrai (pretendendo una risposta scritta che chissà se arriverà mai…):
– l’assicurazione sanitaria è inclusa nel contratto?
– i contributi per la pensione sono inclusi?
– quanti giorni di ferie ti danno?
– c’è la mensa o mangerai schifezze per strada?
– quali sono le prospettive di carriera?
– quante tasse dovrai pagare?
Non importa che sia un dottorato o un master o un percorso di studio, un lavoro o un tirocinio, non appena i nostri figli saranno pronti per partire, noi mamme ci travestiremo da Sherlock Holmes e indagheremo!
ma dabòn? mai fatto niente del genere, a casa mia… il pargolo si è sempre arrangiato da solo, Deo gratias