Mamma, non fare “Pulizietor” a casa mia!

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Essere ospite in casa sua

Finalmente sei arrivata nella sua casa! Essere ospite in casa di un figlio fa un po’ strano la prima volta, poi ti abitui e le volte successive la sentirai un po’ come casa tua: qui sta l’errore!

I figli fanno di tutto per accoglierti come una regina: pavimento più o meno pulito, bagno più o meno in ordine, letto preparato, pranzo o cena in cottura e persino i fiori in una lattina di Coca Cola.

Sono stati perfetti, cosa vuoi di più? Gli fai tanti complimenti, tanti grazie grazie, tante coccole.

Il giorno dopo, con l’occhio a raggi X, inizi a notare: la pila di vestiti accatastata su una sedia, la lanugine sotto il divano, i vetri delle finestre opachi, il forno che chissà da quanto è li con tutte le sue briciole, il lavello unto, la tenda della doccia un po’ marcita …

Cerchi i detersivi? non ci sono perché sono compresi nel prezzo della squadra di pulizie (quella che viene ogni 15 giorni, ma che proprio questo mese ha saltato il turno… )

E mentre stai meditando di andare al supermercato ed attrezzarti di tutto l’occorrente per igienizzare quella casa, ecco che, come se ti avesse letto nel pensiero: “Mamma, mica starai pensando di metterti a pulire?” (trad.:  “Non sono  più una bambina, questa è casa mia e me la gestisco io.”)

Così usciamo felici e contenti e chi se ne importa dell’ordine e pulizia?

5 pensieri su “Mamma, non fare “Pulizietor” a casa mia!

  1. Aiuto richiesto / Aiuto offerto, non sai mai come reagire ma stare li’ e fare l’ospite non e’ nell’indole delle mamme.

  2. Con la mia expat single nelle campagne inglesi nel corso degli anni abbiamo trovato un compromesso tra i miei interventi di “pulizietor” e il suo desiderio di farmi trovare una casa accogliente nonostante i suoi tanti impegni. Ora mi limito a pochi interventi di routine, giusto per dare una mano. In cucina è più arduo, dalla lotta con le cose scadute in frigo (una volta mi sono intossicata con un succo di frutta preistorico) ai miei interventi culinari. Anche le sue abitudini alimentari sono cambiate, decisamente più semplici e pratiche. Quello su cui c’é guerra è il giardinaggio: i miei interventi sul fazzoletto di prato dietro la casa sono mal tollerati nonostante a me piaccia tanto fare la vecchia signora di campagna inglese. Però sono riuscita a piantare dei cespugli di rose in gran parte sopravissuti a ricordare i miei passaggi e spero a dire “ehi sono qui!”.
    Tra una settimana vado a trovare l’altro expat in USA, ma là c’è una compagna e credo proprio che mi dovrò astenere da ogni intervento per non offenderla, perchè credo farà di tutto per darmi una accoglienza da aspirante suocera!
    Vi saprò dire…

  3. Penso con molta nostalgia a quando io ero all’estero, il cervello era mio marito, e la mia mamma da sola all’epoca mi raggiunse nel lontano USA, cucinò e io gongolavo. Che piacere!! e tanti amici gongolarono alla mia mamma… spero di fare lo stesso effetto agli amici di mia figlia!

  4. E’ vero, la prima volta che si va a casa di un expat ci si sente ospiti. Non si sa come comportarsi. Vedi ciò che non va bene,ma si sta fermi. Aspetti. Poi, timidamente chiedi “scusa ma eventualmente posso passare l’aspirapolvere?” la risposta è stata “ma certo,mi fai un piacere”. Così quando vado so già che mi aspetta. Ma sono contenta, è un modo per poterla aiutare. Poi timidamente chiesi “posso cucinarti qualcosa che poi poi ti congeli” la risposta fu la medesima “ma certo non c’è bisogno di chiederlo”,”se mi puoi fare un piacere, c’è la biancheria da stendere”. Ok. Almeno adesso so che posso rendermi utile. Ma è dura piegare mutande di qualche ospite!!!

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