Mamma su tre continenti

Lettera di Mamma Dabell

Ciao a tutti, sono Dabell della provincia di Torino. Oggi ho sentito parlare del vostro blog e mi piacerebbe farne parte.

Sono anch’io una mamma di cervelli in fuga, anzi quasi quasi lancio una sfida per vedere se c’è qualcuno che batte le distanze dei miei due figli .

Il maggiore vive a Los Angeles, ha cominciato a spostarsi qui intorno (Inghilterra) circa vent’anni fa, ora è un impresario che mai potrebbe , né vorrebbe, tornare in Italia.

L’altro è un head chef di un centralissimo ristorante italiano a Melbourne. Nemmeno fra loro si incontrano, data la distanza.

Ho una nipotina americana e un nipotino australiano, quindi sono una nonna virtuale. Devo ammettere che la mancanza che sento di più è quella dei piccoli, che vedo crescere dal “buco della serratura “ di Face time o Skype, ma nulla di più.

Quando raramente ci si vede, purtroppo la realtà non è quella che ci si aspetta. Per i bimbi sono poco più di un’estranea e siccome parlano inglese (perché il contesto linguistico in cui vivono e quello), facciamo fatica a capirci.

I figli hanno qui gli amici, che a loro volta sono genitori e non vedono l’ora di trovarsi. E…  cosa si può pretendere in quei sette giorni in cui sono qui ?

Sicuramente i tempi sono troppo brevi per ottenere dei risultati pratici.

Io ho 67 anni e sono separata da  molto tempo, ma non è tutto triste come potrebbe apparire, infatti proprio perché non posso contare su nessuno, ho sviluppato una discreta capacità di viaggiare per il mondo da sola, quindi quando posso vado qualche giorno da loro (non troppo perché sono una suocera !) e poi approfitto per visitare i territori americani e australiani.

Avrei tante cose da raccontare ovviamente, se qualcuno ha voglia può scrivermi e io risponderò volentieri.

Il mio motto è “ Se qualcosa ti fa male e non puoi farci nulla, allora lavora su te stessa finché non ti fa più male”.

La cosa certa è che nella cassetta degli attrezzi che ciascuno porta dentro non manca assolutamente nulla per aggiustare ogni situazione.

Il problema è che non sempre sappiamo qual è l’attrezzo da usare in quel momento.

Un abbraccio a tutti

Dabell

8 pensieri su “Mamma su tre continenti

  1. Ciao Evelina, scusa se ti rispondo dopo così tanto tempo, è un po’ che non vado su questo bel sito. Pensa che in questi giorni ho qui mio figlio ” americano”, con la mia bellissima nipotina. In questo momento sono dagli amici e mi hanno lasciato a piedi con la macchina, così …… eccomi qui.
    Non so dove abiti, ma se vuoi scrivermi ti lascio la mia email. : d.bellinazzi@libero.it. Magari organizziamo qualcosa .
    Un abbraccio
    Debell

  2. Cara Dabell,
    Sono venuta a conoscenza del blog in TV e poi sono spesso sul web a cercare notizie su come si vive all’estero, ultimamente, per motivi contingenti, cerco notizie sui pensionati, sul fatto di come possono vivere all’estero.
    Anch’io come te ho due figli all’estero, quasi ai due poli opposti: uno in Australia (Brisbane) e l’altra in Inghilterra (Londra) e alcuni anni fa proprio per il fatto che non c’erano (e non ci sono ancora) opportunità in Italia sono andati via.
    Stanno bene, sono felici per il lavoro che hanno ma naturalmente a loro mancano i luoghi e il cibo italiano (io vivo in Sicilia e qui è tutto buono: le temperature miti, il cibo e i posti stupendi) , ma sono contenta per loro anche se mi mancano tanto e non ti sto a raccontare cosa spedisco loro per farli sentire “a casa”
    Ho già un nipotino australiano di 3 anni che parla e capisce 3 lingue (italiano, inglese e polacco poichè mia nuora è polacca), lo vedo come tutte le nonne via skype e nei vari social che sono presenti sugli smartphone, che dire….. mi mancano tanto e cerchiamo almeno due volte l’anno di vederci, purtroppo l’Australia è molto lontana, con stagioni opposte alle nostre.
    Mia figlia che vive a Londra col marito (con lei ci vediamo molto spesso), tra poco farà richiesta del visto per andare a vivere in Australia insieme al fratello e non appena sara’ sicura di poter avere il visto permanente per le professioni che hanno sia lei che il marito, si muoveranno verso quel Paese.
    Io e mio marito siamo già stati due volte in Australia (paese fantastico per la natura quasi incontaminata che ha) e , salute permettendo (ancora stiamo lavorando e aspettiamo di andare in pensione), pensiamo un giorno di andare via pure noi, sappiamo che l’Australia dara’ il visto permanente ai genitori che hanno la totalità dei figli che vivono nel proprio Stato.
    Ma poi questo si vedra’.
    Leggo sul tuo post che hai tante cose da raccontare (magari sui bei posti che hai visto), fallo!!!
    Ti ascoltero’, anzi ti leggero’.
    Il tuo motto: “ Se qualcosa ti fa male e non puoi farci nulla, allora lavora su te stessa finché non ti fa più male”, è proprio giusto.
    Un caro abbraccio……
    Rosaria

    1. Ciao Rosaria grazie per la tua bella risposta , scusami per il ritardo.
      Ti lascio il mio indirizzo email se vuoi che ci scriviamo, quello lo guardo quasi tutti i giorni .
      Un abbraccio
      Dabell

  3. Cara Dabell,
    mi sento molto vicina a te. Io ho 65 anni, vedova, una figlia in Inghilterra da oltre 10 anni e uno negli USA in Idaho (anche se da solo un anno). Come te, cerco di far fronte alla realtà nel modo più positivo possibile.
    Anche io ho dovuto imparare a viaggiare da sola, finora a corto raggio (Londra) ma ora sto programmando il mio primo viaggio in USA da sola (quest’anno siamo riusciti a trovarci tutti e tre negli USA, ma è una eccezione, e non è sempre possibile trovare una compagnia per il viaggio).
    Ho imparato a destreggiarmi con le prenotazioni, ho fatto una assicurazione multiviaggio per un anno e conto di sfruttarla. Come te, non ho intenzione di “occupare” troppo a lungo la casa dei figli, e vedere cose o visitare altri amici “nei paraggi”.
    Non ho nipoti e questo semplifica le cose, ma ho vari amici alle prese con nipoti lontani, e vedo tanti atteggiamenti diversi. Spesso tutto è complicato dal fatto che spesso i partner dell’expat sono di una nazione, lingua e cultura diversi (è chiaro, se va a lavorare o studiare fuori, prima o o poi ti ritrovi con un/una genero/nuora di un altro continente). Succede così che un bambino viene esposto a due/tre lingue simultaneamente e riesce miracolosamente a comunicare con tutti, mentre altri genitori per paura di traumatizzarli parlano solo una lingua (quella del posto) rendendo così difficile il rapporto coi nonni se non sanno la lingua locale… una mia amica è alle prese col tedesco per parlare con la nipotina italo/austriaca, ma che fatica…
    Potremo parlare di tante cose e forse anche fare un po’ di strada insieme…io vivo a Modena.
    Ci possiamo mettere in contatto se vuoi attraverso la redazione del blog.

    1. Ciao Lamile, anche a te chiedo scusa per la risposta così tardiva. Ti ringrazio per quello che hai scritto. Lascio anche a te il mio indirizzo email , così se vuoi scrivermi ti posso leggere in giornata. ……. Modena non è lontana!
      Spero che tu mi legga più velocemente di quanto non abbia fatto io.
      Un abbraccio
      Dabell

  4. Cara Debell, che dire? Credo tu batta tutte/i noi. Due figli sui poli opposti del globo sono un grande, e triste, primato. E vedo che, come me, sei sola. Eppure, dalle tue parole emerge un grande coraggio, una indomata voglia di vivere e scoprire il mondo.
    Donne così non si trovano facilmente.
    Un grande abbraccio
    Evelina

    1. Scusa Evelina la tua risposta,non so perché ,è finita in cima alle vostre risposte.
      Per questa volta leggila lì per favore

Rispondi a Dabell Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *