Natale 2019 – Una riflessione su emigrazione e immigrazione

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Questo Natale affidiamo gli auguri della nostra redazione alla “penna” di mamma Angie ed alle immagini che ci ha inviato mamma Lamile.
A tutti i genitori, i figli e le figlie e i piccoli lontani, il nostro augurio di serenità e felicità .

A Natale chi più di noi mamme di expat vive così intensamente la gioia di ritrovarsi. L’attesa, i preparativi diventano per noi ancora più entusiasmanti; ci sono i regali, i pranzi, le luci e tutto il resto, ma per noi quello che conta di più è poter stare insieme, anche solo per pochi giorni.
In occasioni come queste però io non riesco a fare a meno di pensare alle tante mamme a cui la cattiveria dell’uomo sull’uomo e sulla natura ha tolto per sempre o reso impossibile godere della vicinanza dei propri figli.
I nostri si sono allontanati e, sarà solo consolatorio, ma io penso che il loro andarsene per il mondo, ci possa insegnare qualcosa.
In un momento storico come questo, in cui il razzismo non riguarda solo il colore della pelle, ma tanti altri aspetti della vita, come potremmo mai essere razziste noi che abbiamo figli che si realizzano altrove con i documenti in regola, ben accolti in paesi in cui si sentono fieramente italiani, ma pur sempre stranieri?
Là trovano amicizie profonde in ragazzi anch’essi stranieri, trovano l’amore, mettono su famiglia e ci rendono partecipi della loro convivenza con mondi diversi.
I compagni e le compagne dei nostri expat arrivano da noi facendo crollare le diffidenze, mettendoci a contatto con realtà distanti dalla nostra, ci fanno capire quanto gli affetti leghino le persone indipendentemente dalla loro provenienza.
Come potremmo essere razziste noi che abbiamo, o avremo nipoti, di una razza indefinibile? Io ad esempio potrei avere un nipotino per metà italiano (sempre che si possa essere sicuri di essere italiani puri!) per un quarto cinese e per un altro quarto malese. Faremo forse fatica a riconoscerci nei suoi lineamenti, magari ci capiremo a malapena, ma non per questo gli vorremo meno bene.
Anche i nostri expat sono stranieri e per questo auguro loro di non essere mai discriminati per nessun motivo da nessuna parte del mondo.

Buon Natale a tutti con una poesia* di uno scrittore che odiava il termine “MIGRANTI”, preferiva dire “CAMMINANTI” cioè gente che cammina lontano.
Fatti siamo di terra d’aria e di mare
E come l’onde rimodellan le rive
Quell’onde che nel lor venire e andare
lascian granelli nuovi e cose vive.  

* Questi versi sono di Pietro Tedeschi e concludono il volume “Dal mondo grande”, raccolta di racconti e cronache australiane curato da Giancarla Minuti Guareschi.

2 pensieri su “Natale 2019 – Una riflessione su emigrazione e immigrazione

  1. Mi fa star male constatare che nel nostro paese, da sempre aperto e accogliente, si stia diffondendo sempre più l’idea che il diverso non sia una ricchezza ma un problema. I miei splendidi nipotini, nati in Belgio, sono italo/franco/senegalesi: l’amore per loro lega ben quattro paesi. Cosa volere di più?

  2. Che dire non c’è nulla da aggiungere c è solo da riflettere in religioso silenzio, ed asciugare i nostri occhi che si inumidiscono solo pensando i nostri figli, che sono la parte migliore della nostra persona, almeno per me

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