Questa casa non è un albergo, nemmeno a Natale!

Lettera di Papà Lupo Alberto

Buongiorno mamme e papà,

le feste natalizie si trasformano in dramma familiare: anche quest’anno, per fortuna, nostro figlio migrante in Svizzera, verrà a casa ed io già vedo un film vissuto in precedenti occasioni. Dunque, lui arriverà il 23 dicembre, noi – come sempre – andremo a prenderlo in aeroporto con baci e abbracci e lo porteremo a casa.

Mia moglie avrà preparato la stanza, cucinato per un battaglione e avrà una lista infinita di domande da fargli.

Lui, il pargolo, dopo una doccia, si chiuderà nella sua stanza, accenderà il vecchio stereo e inizierà a telefonare agli amici. Mia moglie, dopo un po’, busserà sommessamente alla porta e “mamma, un’altra telefonata e ho finito” sarà l’urlo del pargolo.

La cena verrà consumata tra gli squilli del suo cellulare “si, ti richiamo appena finisco di mangiare”. Non appena finisce di mangiare ecco che “dove sono le chiavi di casa?”

Lui uscirà, non solo la prima sera a casa ma tutte le sere a venire, anche il 24 e il 25 dicembre.

Mia moglie piangerà, si arrabbierà, minaccerà rappresaglie, mi accuserà di essere troppo conciliante, eccetera.

Questo sarà il nostro Natale 2016.

Non sarebbe meglio se mia moglie ed io partissimo per un bel viaggio lasciando la casa libera allo sciagurato?

3 pensieri su “Questa casa non è un albergo, nemmeno a Natale!

  1. E che dire delle vacanze estive?
    “Mamma veniamo a luglio perche’ in agosto qui si lavora”
    Ma non si capisce dove trascorreranno le vacanze: in Italia certamente, a casa per qualche ora certamente e il resto del tempo? boh, noi non lo sappiamo ancora ma e’ molto probabile che abbiano gia’ prenotato una settimana con i vecchi amici in qualche meta lontano da casa.

  2. Ciao papà Lupo Alberto, se vuoi te ne presento un altro così.
    Perchè non chiedere al ” pargolo” come regalo di natale un appuntamento di un paio d’ore (tanto per fare un esempio) per poter parlare con i gestori dell’albergo?
    Magari mettendo una letterina sotto l’albero (o sotto il piatto), spiegando che anche voi avete la vostra sensibilità e desiderate che venga rispettata ! E come lui non vede l’ora di tornare per gli amici, anche voi non vedete l’ora che torni per stare con lui. In fondo sai i ragazzi non lo fanno per cattiveria, proprio nemmeno ci pensano che i genitori possano soffrire per queste cose.
    Allora diciamogliele apertamente ! Se poi continuano, ……. allora significa che noi dobbiamo cambiare tattica.
    Io sono arrivata al punto di chiedere come regalo del mio compleanno un’ora di chiacchierata in un parco. Mi è stata concessa e alla fine è stato contento anche lui, perchè sono usciti discorsi che interessavano tutti e due e ……. le ore sono diventate due.
    Spero di averti dato una buona idea.
    Buona fortuna
    Mamma Dabell

    1. ahahahah…ahahahah…lupo alberto ha riassunto magnificamente i Natali di tantissimi genitori come noi. Ansiosi,rassegnati,scontenti ma,comunque orgogliosi, dei nostri “cervelli in fuga” …
      firmato: un altro papà…

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