Tornare no, tornare si, tornare ma…

Tornare si, tornare no - fig

L’immagine che pubblichiamo è la trascrizione del saluto con cui M. chiudeva una lettera ai suoi genitori, nel 1978 quando era una giovane expat (oggi M. è mamma di due expat).

Perché M. aveva poca voglia di tornare in Italia?

E i nostri figli e le nostre figlie vorrebbero tornare? E se si, a quali condizioni?

Alcuni di noi pensano che dovremmo “fare sentire la nostra voce per far tornare i nostri figli”, altri pensano che dobbiamo “lasciarli vivere…”, altri ancora ritengono che “se i ragazzi son felici e sereni che facciano la loro vita dove sia…”. Ha scritto un papà: “I miei due tornerebbero anche però, per il momento, sarebbero disposti ad andare ancora più lontano piuttosto che fare la fame in Italia”

Ma è solo una questione di lavoro? O c’entra anche la qualità della vita come è accaduto per alcuni ragazzi che, dopo essere tornati, sono poi ripartiti?

A questo proposito, la classifica dei paesi in base alla qualità della vita nel 2016 vede tra i primi dieci (nell’ordine): Danimarca – Svizzera – Australia – Nuova Zelanda – Germania – Austria – Paesi Bassi – Spagna – Finlandia – Stati Uniti. L’Italia è al 25^ posto.

2 pensieri su “Tornare no, tornare si, tornare ma…

  1. Carissimi, ormai siete conosciuti come “cervelli in fuga”, in realtà non siete stati voi ad essere fuggiti ma sono andate vie da voi le speranze di un futuro fatto di lavoro, gratificazioni, sicurezze. Leggendo le lettere, i commenti delle vostre mamme si capisce che c’è tanta nostalgia della famiglia, del paese d’origine ma non ritornereste in Italia…e so anche che la maggior parte delle vostre famiglie vi sostiene in questa scelta: avete un buon lavoro che vi da tante soddisfazioni; tanti hanno trovato l’ amore, hanno bambini, sicuramente relazioni sociali e affettive. E come si fa a chiedere di lasciare tutto questo per stare accanto ai genitori, ai fratelli con l’ incertezza su tutto… La famiglia d’origine è importante, ha un valore inestimabile ma non può condizionare le vostre scelte, per lo più difficili e sofferte.I genitori amano i figli incondizionatamente, proprio per questo vogliono solo il loro bene, anche se questo significa vivere lontano. Non credo che in una famiglia ci si voglia più bene perché si vive nella stessa città…certo è dura vedere i figli e i nipoti crescere attraverso skype o videochiamate ma l’ amore che passa attraverso tablet, computer e cellulari è veramente grande…quello “non fugge”!!!
    Auguri ragazze e ragazzi, che i vostri sogni si possano realizzare, ricordate che le vostre famiglie vi hanno sempre nel cuore e vi aspettano per abbracciarvi e tenervi stretti anche se solo per pochi giorni… ma credetemi “quell’ossigeno” se lo faranno bastare … fino al prossimo incontro .Un caro abbraccio mamma Lella

  2. Ho due figli all’estero e sono sicura che tornerebbero in Italia se avessero un’opportunità di lavoro interessante e ben retribuita. I ragazzi vanno via dall’Italia perché é diventato un obbligo quasi avere un’esperienza fuori dall’Italia , poi lo lo anche perché hanno voglia di fare nuove esperienze. Se avessero buone opportunità qui e un lavoro ben pagato, anziché possibilità solo di frequentare stages, all’estero ci andrebbero solo in vacanza.

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