Un sussidio per l’espatrio

Lettera di mamma Marina

Mi chiamo Marina e sono una docente di Italiano e Storia, in pensione da qualche anno. Con mio marito, anche lui in pensione, viviamo a Palermo, dove i nostri ragazzi sono cresciuti e hanno studiato.

Abbiamo due figli, il maschio di 46 anni che, da quando aveva 20, è vissuto fuori città e ora, ancora più lontano (da 5 anni in Friuli ai piedi delle Alpi) e la femmina di 39 che, da quando aveva 22 anni, vive in giro per il mondo. Ora tra Milano e Amsterdam. Entrambi non sposati ma non single, il maschio ha un figlio di 17 anni che vive però lontano da lui.

Non siamo ricchi ma abbiamo una bella casa di proprietà e due buone pensioni e molti interessi che ormai si sono concentrati prevalentemente nei viaggi, soprattutto per avvicinarci più spesso possibile ai nostri figli, i quali facendo entrambi lavoro autonomi e creativi (fotografa una e artigiano l’altro) non hanno stipendi fissi ma entrambi con Partita Iva, sono oberati da tasse, contributi  previdenziali e spese improvvise e impreviste, che spesso dobbiamo puntellare anche noi genitori.

A parte ogni considerazione di tipo affettivo, emozionale, di preoccupazione  e di solitudine  quotidiana, continuamente  attaccati  al tel, a Skype, Fb, o Iphone per tenere vivo il rapporto con i nostri ragazzi, vorrei ragionare con voi sul grave problema anche economico che questi figli lontani devono  sopportare e con cui anche noi  ci dobbiamo confrontare.

Mi chiedo e vorrei il vostro parere perché,  come adesso ( forse più per motivi propagandistici che per reale welfare  state) ci sono bonus per diciottenni, per i bebè, per i prof. , il Governo non  istituisce  bonus per i giovani che, non trovando lavoro adeguato nel proprio paese, sono costretti ad emigrare lontano da casa? Un bonus, o prestito a lunghissimo termine (come in molti paesi all’estero) da restituire una volta sistemati? Sarebbe il minimo per un paese che non riesce a dare un giusto valore all’impegno e allo studio di tanti giovani e che quindi li costringe ad abbandonare tutto, il proprio paese, la propria famiglia, i propri amici .

Si parla  tanto di Diritto di cittadinanza per chi vive in difficoltà ma si dovrebbe anche prevedere un Diritto di cittadinanza per cominciare a  vivere lontani dal  proprio paese, visto che questo stesso costringe ad andare via.

I genitori all’inizio si devono sobbarcare oneri connessi non solo all’istruzione ma anche al vitto e all’alloggio che spesso in alcune grandi città sono veramente notevoli. Quando poi i ragazzi  riescono a trovare lavoro, anche con buoni stipendi, i costi della vita sono così elevati che abbisognano quasi sempre di un aiutino. E noi, anche se pensionati, siamo sempre pronti ad ogni sacrificio.

Per noi genitori, poi, spesso anziani o acciaccati, gli spostamenti sono non solo faticosi ma anche molto onerosi.

Inoltre quasi sempre  questi figli vivono in piccoli appartamenti che non  consentono una sufficiente ospitalità per cui, ogni volta che possiamo raggiungerli, dobbiamo sostenere spese notevoli per un hotel o un B&B.

Per non parlare poi dei costi spesso esorbitanti dei trasporti aerei anche per i semplici spostamenti in Italia. Per noi siciliani poi non esistono tariffe scontate per residenti  come, per es. per i sardi o per le compagnie marittime. Queste tariffe inoltre, quasi per dispetto, si gonfiano a dismisura nei weekend o nei periodi di feste (giorni in cui  è più facile  stare insieme). Per cui , se vogliamo risparmiare, dobbiamo prenotare con largo anticipo, cosa non sempre possibile.

Marina

3 pensieri su “Un sussidio per l’espatrio

  1. Anch’io ne ho due all’estero. Agli antipodi: Germania e Malta. E noi genitori? In Belgio, anche per poter affrontare quei costi. Necessari a farle studiare e avviare al lavoro. L’idea del prestito diretto è ragionevole. Da anni fanno così Gran Bretagna e Svezia. Inoltre responsabilizzerebbe i ragazzi sulla decisione di sacrificarsi per un obiettivo agognato piuttosto che partire per ‘provare’ qualsiasi cosa pur di sfuggire al buco nero della probabilissima ‘disoccupazione giovanile’ che li aspetta. Un impegno con il proprio paese farebbe recuperare ai nostri giovani anche l’orgoglio dell’appartenenza e perchè no forse anche la possibilità di un ritorno. E noi potrremmo ancora sperare in un paese migliore capace di mettere a frutto i propri investimenti in capitale umano. Sentir dire a un giovane che non ha avuto neppure il tempo di conoscerla, che in Italia non ci vuole più tornare è il più ingente spreco di risorse che sta subendo il nostro paese.

  2. Ciao Marina,
    Condivido in pieno il tuo racconto, anche io abito in Sicilia e spesso raggiungere i ragazzi è un ‘odissea… solo 2 ore per raggiungere l’aeroporto.
    Dici bene… ci sorbiamo anche le spese del B&B… Mia figlia abitava a 50 minuti da Parigi in un buco di 15 mq ora ne ha trovato uno più “grande” 26 mq al prezzo di 670,00 euro al mese, da aggiungere le spese. ..
    Sarebbe giusto se venisse dato loro un bonus… lo meriterebbero solo per il coraggio che hanno avuto!!
    Antonia

  3. Se tutti questi bonus, che poi si riducono ad un elemosina, il Governo li avesse usati, insieme ad altre regalie, per abbassare le tasse soprattutto sul lavoro ed alle imprese, i nostri figli trovavano lavoro a casa propria.

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