Scappa, corri e non ti girare

Lettera di mamma Gisella

A mia figlia, al termine delle scuole medie, viene sentenziato dalla professoressa di italiano: “…cercati una scuola professionale che ti possa avviare quanto prima verso il mondo del lavoro perché non ci sono i presupposti per consigliarti di continuare …”

La ragazza però non ci sta e, con le lacrime agli occhi per l’umiliazione che sta subendo, dice all’ insegnante ed anche a me che sono presente al ricevimento di fine anno: “no, voglio fare il liceo scientifico !”

La saccente professoressa con un odioso sorriso si congeda da noi dicendo a mia figlia “…lo dico per il tuo bene, lascia stare il liceo e segui il consiglio di chi ti conosce bene…”

La ragazza invece, corroborata da me e mio marito, frequenta il liceo scientifico e dopo cinque anni si diploma con novanta/centesimi. Poi si iscrive all’università e, dopo tre anni, consegue la laurea in Biologia con 110 e lode e dopo altri due anni ottiene un altro 110 e lode alla specialistica. Cerca un lavoro inerente i suoi studi ma non trova nulla e anziché raccattare un dottorato rigorosamente senza borsa di studio, decide di iscriversi in Ingegneria Chimica. In quattro anni ottiene un’altra laurea, triennale, e tenta nuovamente di entrare nel mondo del lavoro. Tutto inutile ! Ora sarebbe addirittura “troppo qualificata”.

Non si perde d’animo, capisce che in Italia se non sei il figlio di qualcuno, per te non c’è nulla, e decide di sondare il mercato del lavoro estero. Invia il proprio curriculum a mezza Europa ed immediatamente viene contattata dalla più prestigiosa università scozzese. Effettua un colloquio via Skype alla fine del quale le viene proposto un dottorato di ricerca di tre anni e mezzo con uno stipendio mensile che nel nostro paese si sarebbe sognata.

Non fa in tempo a terminare il dottorato che una importante multinazionale degli Stati Uniti con filiale a Londra l’assume a tempo indeterminato nonostante il dottorato ancora non fosse terminato. Ora lavora felice e strapagata, vive in una delle più importanti città del mondo e ad aprile conseguirà il titolo di dottore (quello vero e non come da noi ) in Ingegneria.

Insomma, se fosse stato per la professoressa d’italiano dell’epoca o per un selezionatore che l’ha definita “troppo qualificata”, oggi non avrei potuto essere così soddisfatta di mia figlia.

Mi verrebbe da maledire il nostro paese che pare giri solo intorno ai soliti noti ed ai loro figli, ma non lo faccio e mi compiaccio di aver sempre creduto in mia figlia.

11 pensieri su “Scappa, corri e non ti girare

  1. Complimenti e congratulazioni: davvero una ragazza in gamba che con coraggio e determinazione è riuscita a costruirsi un bel futuro!
    Anche l’insegnante di greco di mia figlia aveva detto che non ce l’avrebbe fatta: sarà invidia?
    O solo mancanza di immaginazione ?
    Rispondo a tutti questi pessimi insegnanti pessimisti con uno sberleffo e una risata!!

    1. Brava Lilli, anche se io sono ancora rancorosa verso un sistema che avrebbe potuto “bruciare” mia figlia. Compiango le persone che credono più a certi soggetti che non ai propri figli i quali, invece, potrebbero ottenere insperate soddisfazioni…
      Facciamo una pernacchia a questi “insegnanti” e godiamoci i nostri figli che poi rappresentano “i nostri successi”.

    1. Soprattutto non è dignitoso che un Paese con tante potenzialità faccia scappare i suoi giovani, ma se dopo tanto studiare con passione non trovano niente che devono fare? Restare qua a pulire uffici e accontentarsi?

  2. Sono contenta per sua figlia, purtroppo gli insegnanti sono tremendi quando classificano uno studente non cambiano più idea. Credo che solo all’estero abbiano i fondi per assumere ragazzi tanto preparati, in Italia effettivamente non gli serve gente troppo preparata, gli è sufficiente un po’ di carne fresca per pagarli poco, fare lavori ripetitivi ed esssere sballottati da una città all’altra.

    1. Molti insegnanti nel nostro paese sono come macchinari obsoleti, mal funzionanti e fuori dal tempo. Non fanno corsi di aggiornamento, non sono incentivati a scoprire talenti e basano la propria attività nella ricerca di persone che possono favorirli in qualche modo. In sostanza prediligono i ragazzi che hanno genitori in grado di agevolarli nella loro meschina quotidianità e null’altro. Tirano a campare e, tutto sommato giustamente, sono sottopagati. Insomma una categoria estremamente pericolosa per la salute scolastica dei ragazzi e i poveri genitori che appartengono alla classe “operaia”, anche se hanno dei figli promettenti, sono le vittime designate. Mi auguro che non tutti gli insegnanti siano così e che io sia condizionata, nel giudizio, dall’esperienza personale avuta in passato…

  3. Vederli sereni e realizzati dovrebbe essere il nostro obiettivo di madri anche se la lontananza crea un vuoto che dobbiamo riempire con
    qualcosa di diverso ogni giorno. Sarò una nonna occasionale ma pazienza . Sarò una madre e una nonna a distanza ma di un figlio soddisfatto e di una nipote che forse parlerà a tre anni ma che conoscerà tre lingue e diventerà cittadina del mondo. Forse come donna posso dire di aver raggiunto qualche metà.
    La mamma di Federico in partenza per la Georgia

  4. Congratulazioni, non c è cosa più bella di vedere i figli realizzati, ma quanto in lacrime amare a noi costa, a questo io non riesco a rassegnarmi, in questo momento della mia vita tutto mi sembra inutile senza di loro

    1. e no eh !! La tua vita sarebbe inutile se i tuoi figli rimanessero con te perché non trovano sbocchi. Le lacrime amare devono essere versate se un ragazzo non riesce ad “esistere” e la sua vita, vuota e senza prospettiva, gli offre solamente la possibilità di inviare in Italia curriculum che nessuno leggerà oppure di seguire attentamente Maria De Filippi o grande fratello, o simili. Dai Giusy, sii soddisfatta del tuo lavoro di mamma e accetta la naturale realizzazione dei tuoi figli. Un abbraccio…

    2. Qualcosa di simile è stato vissuto anche nella mia famiglia .Ora mia figlia è pluri-laureata e si sta dottorando negli stati uniti .Una grande gioia per lei e per noi.

      1. Come mamma di cervello in fuga ribadisco ciò che ho già espresso. Ma se i migliori se ne vanno chi aggiusterà questo paese? Se l’Italia è così, indirettamente è anche colpa nostra. Della nostra indifferenza e della nostra esterofila. Certo oggi bisogna essere cittadini del mondo. Ma il mondo è anche casa nostra!

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