Non è il vicino di casa

Lettera di mamma Cariba

Una volta ebbi occasione di imparare una lezione per la vita.
Fu una bambina a impartirmela.
A me, sua madre, che insieme al padre avevo scelto deliberatamente una formazione aperta per i  figli: nessuna preclusione di credo religioso,  di indirizzo di studi, di distinguo tra classi sociali o di appartenenza etnica, nella cerchia delle frequentazioni familiari.
Ma siamo anche altro da quel che ci crediamo e quella bambina,  metaforicamente,  gridò  “il re è nudo”, come nella fiaba che tutti conosciamo.
Un giorno, di ritorno da una scuola estiva,  multilingue,  multicolori,  multietnica, ecc., mi chiese i soldi per un regalino da fare all’amica Juliette che ritornava al suo Paese.  Conoscevo l’amica solo di nome, ma le sapevo molto insieme nella scuola estiva.  Acconsentii e le chiesi cosa avevano intenzione di comprarle.
“Una collanina con una pietra acquamarina; le donerebbe molto”,  e i suoi occhi si illuminarono.
Le chiesi perchè pensava che il colore dell’acquamarina donasse a Juliette. “Perchè è scura di pelle, è nera” e gli occhi le sorridevano all’idea del ciondolo così bene indovinato.
Senza riflettere –  sì, unica e non sufficiente giustificazione – reagii sorpresa : “ Non me lo avevi mai detto “.
Divenne  seria e il suo sguardo si fece interrogativo: “ Perchè avrei dovuto?”.
Quella lezione fu molto d’aiuto quando comunicò che ci avrebbe presentato il suo compagno.

Nostra figlia è nelle file degli expat e il suo compagno lo ha conosciuto nella sua vita all’estero.
I figli che emigrano sono un sacrificio per i genitori che restano;  per come la si voglia mettere,  per noi è una perdita: un’assenza che ci fa rumore dentro.
Se potessimo scegliere, certo ad una sola voce li chiameremmo indietro. Non potendo scegliere, anzi, avendo scelto di volerli aperti al mondo, non ci resta  che convivere con questa mancanza.  Che comporta molto altro.
Rimpianto? No, orgoglio di aver contribuito alla formazione di una persona eticamente corretta, che quando parla di un’amica non dà importanza al colore della pelle, se non per scegliere i colori giusti  e quando si innamora e sceglie di costruire una storia importante, guarda alla persona e non al passaporto.

Così, quando ci ha raccontato di questo giovane che neanche parla italiano, non ho chiesto la provenienza, l’appartenenza sociale. Questo lo avremmo scoperto in seguito, quel che ci premeva era e resta la domanda delle domande, per tutti i genitori : “ E’ un bravo giovane? Ti rispetta?”.
Un solo rammarico: è tardi perchè noi possiamo imparare una lingua così diversa.

Cariba

Un pensiero su “Non è il vicino di casa

  1. Quanto mi rivedo in questa storia!!! E, come te, se potessi scegliere ad una sola voce la richiamerei indietro, ma ho sempre saputo che avrei dovuto imparare a convivere con questa mancanza, perciò non posso che essere, come te, orgogliosa di questa figlia ed augurare a lei ed al marito tanta tanta felicità, e per la lingua ci arrangeremo il modo per capirci lo troveremo.
    Auguri anche a voi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *