Nonni globe-trotter in Italia

Lettera dei Nonni-globetrotter

Mi chiedo se fare i nonni a tempo pieno, anche quando la distanza dalla propria abitazione si sia notevolmente ridotta (da 6000 a 60 km), anche quando si tratti di trasferimenti in Italia e non più all’estero, possa costituire motivo di interesse e di discussione comunque.
Naturalmente penso che la risposta possa essere “sì” e, dunque, iniziamo il nostro racconto.
Da una parte io e mia moglie, in questa nuova esperienza di accompagnamento delle nipoti, ci ritroviamo a riflettere su molti aspetti comuni al “sud” del mondo in genere (dagli orari, dalle mentalità , dallo stesso paesaggio, a volte), dall’altra parte in Italia gli impegni, ad iniziare da quelli scolastici, possono risultare a volte anche superiori a quelli incontrati all’estero.
Entrando nello specifico, evitando però di citare nomi e ogni possibilità di inutili contenziosi, in primis si tratta di adattarsi ad una cittadina del profondo sud, dove luci e ombre si accavallano continuamente, dove trovare non tanto il “proprio” spazio (quello uno se lo porta dietro) ma gli aspetti più elementari della gestione di una casa, di una famiglia, più che un problema, puo’ semplicemente diventare uno stress in più (ad una certa età ci si accorge di essere più insofferenti ad ogni tipo di stress!)
In secundis, quello della scuola, dei compiti a casa è un altro capitolo che, al crescere del livello scolare e al sopraggiungere di sempre nuove problematiche, rischia di diventare, altro che stress, vero motivo di super impegno anche per chi come me con la scuola ha sempre avuto a che fare.
È soprattutto su questi e possibili altri argomenti che mi piacerebbe aprire una qualche utile discussione con qualche “nonno parigrado”.
Saluti
Nonni globe-trotter

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